Il Sindacato nazionale dei Consulenti in p.i. (SICPI) è stato costituito alla fine degli anni ’50, per dare agli iscritti – in assenza di un ordine professionale – un codice deontologico e una tariffa condivisi. La nostra professione, infatti, era allora non solo poco nota, ma soprattutto non ancora formalmente ordinata.
In quegli anni, inoltre, la professione era esercitata secondo esperienze e capacità personali. Questa condizione riguardava, principalmente, i professionisti “singoli” che, non essendo parte di strutture organizzate, non avevano la possibilità di un utile confronto con colleghi.
Quindi, uno degli obiettivi del Sindacato fu, sin da allora, quello di condividere tra gli iscritti e/o simpatizzanti  esperienze professionali, attraverso convegni e incontri.
In pochi anni, il SICPI raccolse molte adesioni, in particolare di professionisti operanti in studi di piccole e medie dimensioni.
Un altro obiettivo, perseguito tenacemente dal Sindacato in quegli stessi anni, fu quello di rafforzare l’immagine e l’apprezzamento della nostra professione, non solo presso le aziende, ma anche nei rapporti con le Istituzioni, principalmente con l’Ufficio Centrale Brevetti (oggi U.I.B.M.).
D’altra parte, proprio in quegli anni, in cui l’economia italiana cresceva come economia esportatrice, i piccoli studi operanti nella p.i. spesso avevano difficoltà di interscambio professionale con colleghi esteri. Anche per questo motivo, il Sindacato, a partire dagli anni ’60, ha emanato una tariffa condivisa tra gli iscritti e/o simpatizzanti, diffusa in particolare all’estero, così da promuovere l’interscambio di lavoro con colleghi e aziende all’estero.
Inoltre, attraverso le norme codificate nello Statuto, il Sindacato diede allora un inquadramento professionale condiviso tra gli iscritti e/o simpatizzanti.

La prima regolamentazione legislativa della professione di Consulente in p.i. risale solo alla fine degli anni ’70, con riferimento all’elenco dei mandatari italiani iscritti nell’Albo europeo. In tale occasione, il Dott. Andrea Aprà in rappresentanza del SICPI fu chiamato a partecipare alla commissione ministeriale per la formazione dell’elenco suddetto.
Successivamente, la stessa commissione operò anche per la formazione dell’Albo nazionale, che fu costituito con effetti dal 27.02.1983. In tal modo, la nostra professione è stata ordinata e ufficializzata. E una parte delle questioni attinenti alla professione di consulente in p.i. sono state risolte.
Tuttavia, le differenze di scala nell’organizzazione degli studi professionali operanti in Italia nella p.i. si sono, in effetti, da allora accentuate.

Non solo permangono, tra piccoli e grandi studi, differenti opportunità a livello informativo, che incidono anche sulla formazione del professionista, ma queste differenze sono enfatizzate dal differente livello di presenza internazionale degli studi medesimi, che nell’età della cosiddetta “globalizzazione” portano a diverse possibilità di lavoro e sviluppo professionale.
Rientrano in questo quadro anche le differenti opportunità offerte ai nostri studi dal Brevetto Unitario e dalla Corte Unitaria dei Brevetti.
Professionisti singoli e piccoli studi operanti nella p.i., così come le nostre PMI, non dovrebbero trovarsi “in ordine sparso” ad affrontare le conseguenze del cambiamento normativo e giurisdizionale conseguente all’adesione dell’Italia ai suddetti Accordi comunitari.
Pertanto il nostro Sindacato, così come in passato, intende essere d’aiuto, per quanto possibile, per professionisti singoli, piccoli e medi studi professionali operanti nella p.i. nell’affrontare positivamente le trasformazioni sempre in atto della nostra professione.